IL CASSONETTO

Mai avrei pensato che l’appuntamento più atteso della mia giornata potesse essere scendere in strada per buttare il pattume.

Ora faccio perfino la differenziata con una precisione scientifica, smonto i tappi di plastica, stacco le etichette di carta dai barattoli di metallo e dalle bottiglie di plastica dei detersivi, tutto pur di stare un po’ fuori di casa….ci parlo anche con le cose da buttare, anzi sono loro che mi parlano, qualcuna mi supplica di non essere gettata, che la sua vita può essere ancora lunga e utile, ma la mia cultura dell’Usa&Getta prevale. Anzi mai come adesso il “getta” è diventato bello.

E’ contenta la mia mamma che non deve più ripetere 100 volte di gettare la spazzatura, ora scendo spontaneamente.

Per fortuna qui a Bologna, città da sempre  all’avanguardia, è ancora un gesto libero mentre in altre si devono rispettare gli orari e se ti trovano a buttare l’immondizia fuori orario rischi di essere pestato.

Confesso che spero di incontrare anche qualcuno quando esco, soprattutto la mia vicina di casa, che non ho mai più visto da due mesi a questa parte, oppure qualche amico, qualche compagno di scuola….invece niente….nessuno, solo in lontananza vedo qualche cane sfinito di portare a spasso il padrone e nessun altro.

Fino a qualche mese fa capitava spesso di vedere un signore che rovistava dentro i cassonetti ma ora non vedo più nemmeno lui, quindi l’ altro giorno mi sono soffermato davanti al bidone dell’indifferenziata e non ho fatto il solito gesto indifferente (scusate il gioco di parole) e quasi schifato. Ammettetelo, anche voi quando buttate il pattume lo fate velocemente e con aria schifata, forse l’unico momento in cui indosso la mascherina volentieri.

Comunque dicevo che mi sono soffermato e con curiosità l’ho aperto e ci ho guardato dentro: era pieno di cose...ma ho richiuso velocemente, un po’ per il cattivo odore, un po’ perché, sinceramente, mi vergognavo.

Il giorno dopo ho riguardato, e nonostante fosse passato da poco il camion che lo vuota….era ancora pieno. Forse si erano dimenticati.

Il giorno dopo uguale e quello dopo ancora, ma questa volta sono sicuro che il camion lo aveva vuotato, l’ho visto con i miei occhi.

 

Sono quindi sceso oggi e ho guardato ed era ancora pieno….allora mi sono convinto a guardare meglio: era pieno di cose che la gente aveva buttato, che aveva dimenticato da qualche parte e ne aveva perso il senso. Cose che le persone non sapevano più come utilizzare e nell’ansia di ripulire e riordinare le case, che ha preso un po’ tutti in questo periodo, ha pensato potessero non servire più. Era pieno di parole, amici, libertà, leggerezza, c’erano intere classi di alunni, pieno di passeggiate, di prati verdi e di alberi, di asparagi selvatici, pieno di partite a pallone e …..

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Commenti: 9
  • #1

    Maurizio (mercoledì, 29 aprile 2020 19:56)

    Questo racconto nasce grazie al contributo dei ragazzi del Laboratorio Teatrale della Parrocchia della Beverara.
    Ci siamo incontrati via web e raccogliendo suggestioni e pensieri legati a questo periodo di quarantena, abbiamo elaborato insieme la scrittura.
    Ora attendiamo di leggere come potrebbe andare a finire....

  • #2

    Manuel (martedì, 05 maggio 2020 16:50)

    Adesso tutto ciò non c'è più, tutti a casa, qualcuno che prova a uscire ma non c'è l'ha fa rinchiusi qua come uccelli e le nostre emozioni buttate via ma arriverà il tempo quando riusciremo a riprenderle e tenercele fino alla morte

  • #3

    Ale (martedì, 05 maggio 2020 16:55)

    Ormai la casa è diventato il mondo di chiunque, la gente ora che sta in casa fa le cose più strane che senza questa quarantena non avrebbe fatto, il ciò può essere un bene, ma il fatto di stare chiusi in casa è deprimente

  • #4

    Viviana (mercoledì, 06 maggio 2020 14:15)

    Che bello questo racconto. Vien voglia davvero di guardarci in questo cassonetto e salvare quello che si può, senza paura di sporcarsi le mani...

  • #5

    Boubacar (martedì, 19 maggio 2020 03:55)

    Il racconto è pieno di parole belle e vere.
    Brav* a tutt* voi.
    Fatemi sapere che cosa farete dopo il laboratorio. Se avrete l'intenzione di andare in scena. Ci verrò volentieri.

  • #6

    Kristian (martedì, 19 maggio 2020 18:37)

    Sapete qual'è la cosa preferita che fanno i cecchinatori in un hotel?
    Fanno il check-in.

  • #7

    Leonardo (martedì, 19 maggio 2020 18:46)

    Volete sapere come fare male ad un orologiaio?
    colPENDOLO

  • #8

    manuel (martedì, 19 maggio 2020 18:48)

    qual'è il ballo preferito da due donne incinta? la gravi-danza
    è morto un elettricista sulla tomba gli hanno scritto " si è spento all'improvviso "

  • #9

    manuel (mercoledì, 20 maggio 2020 13:08)

    adessso scrivo altre barzellette:
    come si chiama la suora che porta le pizze? suordinazione
    il mare preferito dei canguri? il mar-supio
    lo sport preferito delle api? il pungilato
    perchè un pomodoro non riesce a dormire con l'insalata? perchè l'insalata russa
    un pulcino va a fuoco e dice piofuoco
    un pulcino alza una gamba alza anche l'altra e cade
    perchè dio ci ha dato solo un mento? perchè non poteva fare altrimenti
    sapeve perchè i matematici sono veri amici? perchè puoi contare su di loro
    come si chiama il prete che non puoi toccare? don touch